Il caso del Bangladesh: Le donne bruciate dall’acido

Pubblicato il da Antonio Vizza

Nonostante le denunce e l’impegno di sensibilizzazione di molte persone e organizzazioni, il numero di donne aggredite con acido solforico in Bangladesh è in aumento. Da qualche decennio la rottura di un fidanzamento, la ribellione ad una prepotenza, la disobbedienza ad una costrizione, possono costare ad una donna una punizione orribile: “l’acidificazione”.

Le aggressioni generalmente danneggiano la vista, l’udito, la respirazione, le braccia e deformano il volto delle donne, per l’effetto corrosivo dell’acido. Per recuperare almeno parzialmente le parti e le funzioni danneggiate occorrono complicati interventi di chirurgia plastica ricostruttiva. Una vendetta atroce, una violenza terribile che toglie la speranza, ruba la bellezza, distrugge per sempre la vita. La maggioranza delle donne sfregiate vive nelle zone rurali, dove nessuno denuncia queste tragedie e dove le violenze restano nascoste tra le ombre più scure, gelosamente custodite da clan tribù. Quel poco che emerge scopre un mondo di barriere che non ha eguali e non ha giustificazioni.

Sono varie le organizzazioni che assistono le donne ustionate. Questo è uno degli aspetti più sconcertanti di una società che vive ai margini della sopravvivenza e che quindi conserva mentalità e abitudini dettate dalla disperazione e dall'ignoranza, che sfociano in crudeltà senza fine. In molti casi, infatti, occorre garantire alle donne aggredite un percorso di assistenza psicologica per aiutarle a ritrovare il coraggio della propria identità. Nonostante gli sforzi del governo, difatti, circa il 20 per cento delle donne sposate è ancora vittima di una qualche forma di violenza: percosse e violenze sessuali ma anche abusi di natura psicologica ed economica. Secondo il Centro per il sostegno legale alle donne, ogni sei ore una donna indiana viene bruciata viva, picchiata a morte o spinta al suicidio. Un recente studio dell’Istituto internazionale per gli studi sulla popolazione ha difatti rilevato, incredibilmente, che il 56 per cento delle mogli indiane considera, in certi casi, perfettamente lecite le percosse ricevute dal marito. Così, nonostante esista un elaborato corpus legislativo a protezione dei diritti delle donne, il governo ha calcolato che in India un numero sempre crescente di donne indiane vive e lavora praticamente secondo modelli occidentali, ma un numero ancora più grande è ancora vittima della obsoleta consuetudine della dote. Usanza tradizionale che non accenna a scomparire nonostante esista una specifica legge dello Stato che la vieta.

SFT BANGLADESH-PROTESTFLOWER
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